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I concordati preventivi rialzano la testa

11/10/2012

Quasi tre quarti dei fallimenti riguardano società di capitali, la forma giuridica d’impresa che ha maggiormente risentito della crisi.

Secondo gli archivi di Cerved Group, tra marzo e giugno del 2012 sono state aperte circa 3.300 procedure fallimentari, il 3,2 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2011. Il dato del secondo trimestre, pur interrompendo la lunga corsa dei default (sedici trimestri consecutivi di incrementi su base annua), rimane elevato in termini assoluti (+10 per cento rispetto al dato del 2010 e +37 per cento rispetto a quello del 2009) e porta a 6.500 il totale dei fallimenti nei primi sei mesi dell’anno, in leggero aumento rispetto al primo semestre 2011 (+0,8 per cento).

Quasi tre quarti di questi fallimenti riguardano società di capitali, la forma giuridica d’impresa che ha maggiormente risentito della crisi. Nei primi sei mesi del 2012, i default sono diminuiti del 7,3 per cento tra le società di persone, del 9,8 per cento tra le imprese individuali e nelle altre forme, mentre hanno continuato ad aumentare proprio tra le società di capitali (+4,6 per cento).

I dati di bilancio delle società fallite indicano che i default sono aumentati soprattutto tra le aziende non in grado di depositare un bilancio valido tre anni prima della procedura (+17,2 per cento) e tra le grandi imprese (+17 per cento per quelle con un attivo di bilancio superiore a 50 milioni di euro). Stabili le procedure tra le micro im- prese (+0,8 per cento per quelle con attivo inferiore a 2 milioni), mentre risultano in calo quelle tra le piccole (-2,6 per cento per la fascia 2÷10 milioni) e tra le medie aziende (-17,8 per cento per la fascia 10÷50 milioni). 

 

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