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ANIE AICE lancia l'allarme: "A rischio la produzione di cavi"

08/02/2022

L’aumento dei prezzi delle materie prime (metalliche e plastiche) e l’impennata della quotazione del gas (+723% a dicembre sul pre-crisi), che si è rapidamente riversata sul costo dell’energia elettrica in Italia preoccupano le imprese associate ad ANIE AICE, il comparto che all’interno di ANIE Federazione rappresenta le aziende produttrici di cavi per energia e accessori, cavi per comunicazione e conduttori per avvolgimenti elettrici espressione nel 2020 di un volume d’affari complessivo pari a 3,1 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi di euro di esportazioni.

Tali aumenti stanno causando alle imprese problemi negli approvvigionamenti e  incidono negativamente sui costi di produzione, di imballaggio e di trasporto. Purtroppo anche dal Decreto Sostegni  non  arrivano segnali positivi in merito alle misure che il Governo intende prendere per fronteggiare il caro energia che sta colpendo le imprese. E non si arresta neanche nel periodo più recente il rincaro dei prezzi delle commodity iniziato a fine 2020, in concomitanza con la prima fase di ripresa della domanda.

L’aumento dei prezzi delle materie prime è generale e diffuso, coinvolgendo i beni energetici in primis (+49% l’aumento annuo del petrolio a dicembre), ma anche i principali metalli impiegati come input produttivi nei processi industriali (fra gli altri +23% l’aumento del rame nel mese di dicembre; +34% per l’alluminio). Oltre ai metalli sono aumentate anche le materie plastiche cosi che il PVC è aumentato di quasi il 72% e il Polietilene del 79%. In un contesto di forte domanda, continuano a sussistere tensioni sulla disponibilità di PVC a livello europeo. Le scorte sono deboli poiché la domanda di dicembre 2021 è stata più forte del previsto.

“Le aziende italiane dei cavi hanno finora potuto trasferire sul prodotto finito solo parte dei rincari – ha dichiarato Carlo SCARLATA, Presidente di ANIE AICE -, ma questa situazione è oramai diventata insostenibile.  L’incremento mensile annuo del prezzo del vetro (vicino al 20% a dicembre), delle diverse materie plastiche (+75% con punte per alcuni materiali superiori al 90%) e l’aumento dei costi energetici sta impattando pesantemente sui costi di produzione dei cavi in generale e dei cavi per comunicazioni (cavi per comunicazione generica, cavi coassiali speciali, cavi dati per reti LAN, cavi in fibra ottica). E infatti per il cavo in fibra ottica – utilizzato per il progetto “Banda Ultra Larga” per la digitalizzazione del paese -, il costo di produzione è aumentato del +30% rispetto al 2021.

All’incremento dei costi si aggiunge il maggior onere per la carenza di personale in fabbrica dovuta all’emergenza sanitaria, in quanto il comparto cavi fa uso di manodopera specializzata non facilmente intercambiabile. Inoltre ci sono difficoltà di approvvigionamento in tutto il comparto. Alcuni fornitori a monte dei produttori di cavi hanno già dichiarato di sospendere la produzione, in quanto non più redditizia ai costi attuali”.

Il Presidente Scarlata ha concluso con un appello: “Chiediamo comprensione da parte di tutti gli attori della filiera, in particolare agli operatori delle TLC per il comparto dei cavi di comunicazione e ai distributori di materiale elettrico per i cavi industriali, per il ritardo che stanno riscontrando nella consegna del materiale, inoltre, chiediamo una maggior attenzione del Governo per il nostro comparto”.

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